Oggetti, ritrovati nelle profondità marine. Usurati, dimenticati. Appartenuti ad uomini la cui esistenza selvaggia era scandita dalle onde, risse e codici d’onore. Catturati da questa vita acre, come la salsedine che impregnava le loro barbe bruciate dal sole. Prede di una fottuta creatura marina che stritolandoli con i suoi tentacoli li trascinava giù negli abissi. Sempre più giù.
Dove la luce rimane solo un ricordo, la pressione comprime la cassa toracica e ogni destino è ormai segnato.

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